Il termine “ghosting” è divenuto negli ultimi anni sempre più presente nel linguaggio comune e descrive una specifica modalità di interrompere le relazioni sentimentali ma anche amicali e familiari.
È quel fenomeno in cui la persona che vuole chiudere il rapporto da un momento all’altro sparisce, cioè si dissolve come un fantasma, senza fornire una spiegazione o senza che vi sia stato un avvenimento che possa motivare la chiusura.
“Fare ghosting” consiste nell’interrompere improvvisamente tutte le comunicazioni, ignorando volontariamente tutti i tentativi di ristabilire un’interazione da parte dell’altro.
La persona per esempio non risponde più alle chiamate, ai messaggi, alle mail, “blocca” l’altro su WhatsApp, toglie l’amicizia e smette di seguire i profili social dell’altro, tipo Facebook, Instagram o Tinder.
Questa modalità di interrompere le relazioni (ossia la sparizione) non è di certo un comportamento relazionale nuovo; possiamo intravedere nel ghosting una versione moderna del “ha detto che andava a prendere le sigarette e non è mai più tornato”.
Appare chiaro tuttavia come il ghosting si sia sviluppato ed venga favorito dall’uso di nuovi mezzi di comunicazione rispetto al passato; social media e app di incontri infatti facilitano la possibilità di mettere in atto questo tipo di comportamento, attualmente in crescita.
La chiusura non desiderata di una relazione è sempre un’esperienza dolorosa ma il ghosting rappresenta sicuramente la modalità più difficile e dolorosa da affrontare, nonché la più pericolosa per l’equilibrio psicologico di chi lo subisce.